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  • Immagine del redattorePaolo Benanti

La grande invenzione: abbiamo inventato la capacità di inventare?

Appena pubblicato La grande invenzione un libro cha accompagna il lettore nel mondo del linguaggio dalle pitture rupestri al GPT-3. Il linguaggio non è un semplice strumento: è una condizione in cui abitiamo e viviamo. Tanto importante... che nemmeno ci facciamo caso.


 

Pensiamo a un piccolo aneddoto raccontato dallo scrittore David Foster Wallace: «Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio, che nuota in senso contrario, fa loro un cenno e dice: “Salve ragazzi, com’è l’acqua?”. I due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e alla fine uno di loro guarda l’altro e fa: “Che diavolo è l’acqua?”».


Il linguaggio è come molti aspetti del vivere quotidiano: proprio perché presenti da sempre sullo sfondo dell’esistenza, diventano pressoché invisibili e ci sono sconosciuti nella loro vera natura. In realtà, il linguaggio, cioè la nostra capacità di comunicare, è la principale “invenzione” dell’umanità: senza di esso, non saremmo umani.



La grande invenzione presenta la “tecnologia del linguaggio” e il linguaggio come tecnologia, cioè un’abilità e un’abitudine che è di tutti noi e che è sorprendente analizzare: come è nato? a cosa serve? perché lo abbiamo sviluppato in un certo modo? Qual è il suo futuro?


Ecco allora il senso di questa ricerca. Cosa vuol dire che la nostra specie abbia sviluppato alcune forme di comunicazione precipua? La parola orale, cioè il linguaggio sintattico, la scrittura, la stampa e, infine, il dato digitale cosa ci rivelano di noi?


La tesi che anima questo percorso è che le tecnologie, a partire da una loro forma specifica, cioè la tecnologia della parola, ci hanno permesso di scrivere e riscrivere il nostro orizzonte. È l’artefatto tecnologico il “luogo” antropologico per eccellenza, il topos che permette di comprendere come la nostra specie sia l’unica che ha potuto cambiare il suo habitat giungendo addirittura ad abitare fuori dal pianeta.


Se il linguaggio sintattico ci ha permesso di avere un mondo, come vedremo in seguito, e se la scrittura ha permesso di costruire un mondo, il mondo della storia, è stata la stampa la tecnologia della parola che per la prima volta ha cambiato il nostro orizzonte. Oggi, poi la rivoluzione dell’informazione sta compiendo lo stesso processo. Queste tensioni sul nostro mondo, indotte dalla nostra grande invenzione, il linguaggio, saranno il tema di questo viaggio di ricerca.



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