Cosa fare dopo la fine del sogno di Internet?
Da domani, 21 novembre 2024, sarà in libreria il mio ultimo libro. Il crollo di Babele è il racconto della fine di un’epoca e l’inizio di qualcosa che non conosciamo. Tra Elon Musk, psicopolitica e potere digitale descrivo il crollo del sogno di internet e l’avvento di una nuova epoca guidata dall’Intelligenza Artificiale.
Il racconto biblico della torre di Babele è divenuto un paradigma universale della nostra cultura: un progetto umano che, con la tecnologia, vuole unire gli esseri viventi in un’unica opera, cultura e lingua che, collassando, dà come esito la dispersione dei popoli e l’incapacità di intendersi. Questa immagine sembra ben descrivere le prime due decadi del secolo in cui viviamo.
Nel primo decennio la società abbiamo costruito con Internet e gli smartphone una torre globale, culminata con le Primavere arabe del 2011, dove ci siamo convinti che i mezzi digitali potessero unire e liberare popoli e democrazie.
Nella seconda decade, con l’avvento delle grandi platform e con la loro radicale necessità di monetizzare i dati degli utenti, il mondo ha assistito al crollo della torre: inquietudini, fake news, esaltazione dell’io e delle contrapposizioni che sfidano oggi il dibattito democratico e il mantenimento della pace culminate con le rivolte di Capitol Hill nel 2021.
Ma questo è solo frutto delle tecnologie o bisogna guardare anche alle idee e alle ideologie dei grandi attori della Silicon Valley che hanno costruito la Torre? Cosa attende l’umanità dopo il crollo di Babele?
Come vivremo questa terza decade determinerà quello che resterà delle nostre democrazie divenute realtà computazionali.
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